Parcheggio auto interrato con impianto di aerazione in vista in alto

L’aerazione nei parcheggi interrati

Per guadagnare spazio e disporre di stalli agevoli per il posteggio delle autovetture, si ricorre sempre più spesso a parcheggi interrati. Queste aree sono una comodità: protette dal sole e dalla pioggia consentono di parcheggiare in maniera pratica e maneggevole per chiunque, specialmente nel caso in cui si faccia uso di piattaforme traslanti. Grazie a un parcheggio interrato elimini la necessità di dover ricercare piazzole scomode, strette o lontane da dove devi recarti. D’altra parte, restano spazi chiusi e privi di vie di fuga che non siano le porte di accesso oppure di emergenza.

Alla luce di ciò è stata stipulata, fin dal 1986, una normativa specifica relativa alla loro aerazione: elemento imprescindibile per mantenere gli spazi vivibili, obbligatorio per legge.

Com’è fatto un parcheggio interrato e perché è necessaria
la ventilazione

Dal momento che veicoli e automobilisti transitano continuamente all’interno di un parcheggio interrato, è indispensabile disegnare un adeguato piano di ventilazione per l’intera area, in fase progettuale.

Com’è fatto un parcheggio interrato

Il mondo dei parcheggi interrati è più complesso di quel che appare. Un’area di sosta coperta è tipicamente composta da più piani, collegati tra loro e sviluppati in verticale. Essa si differenzia poi a seconda della funzione che svolge:

  • se l’uso prevalente è per soste lunghe, la definiamo terminale;
  • se il posteggio è destinato a stop brevi parliamo di soste a rotazione;
  • se invece è collocato ai margini di un centro urbano e prevede dei mezzi di collegamento che fanno la spola tra il parcheggio e il centro città è detto scambiatore.

Un parcheggio multipiano interrato può ospitare un’elevata quantità di veicoli, decisamente superiore a quelli contenuti all’interno di uno tradizionale a raso. Lo spazio occupato dalle rampe o dal sistema meccanizzato di disposizione dei veicoli non sacrifica infatti nulla, in quanto viene abbondantemente recuperato dalla maggiore disponibilità di stalli sugli altri livelli. I piani sono in comunicazione e il numero dipende dalle dimensioni del parcheggio: l’area di sosta di un grande ipermercato ne conterrà di più rispetto a quelli ospitati all’interno della rimessa di una villetta bifamiliare.

L’impatto di un’area di sosta interrata è minimo in quanto restano a vista soltanto gli accessi. Quello relativo a un parcheggio fuori terra è invece considerevole: sarà sempre visibile e si dovrà integrare con lo skyline cittadino, senza stonare con le infrastrutture attigue già esistenti.

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Perché ventilare un’autorimessa sotterranea?

La necessità di ventilare in maniera accurata le autorimesse si deve a due questioni:

  • aerazione ordinaria per la salubrità;
  • aerazione ai fini dell’evacuazione in caso di esplosione o incendio.

La materia è delicata. In ogni parcheggio sotterraneo è infatti indispensabile contenere o rimuovere il livello degli inquinanti prodotti dalle vetture, per preservare la qualità dell’aria e mantenere sotto controllo fumi e gas caldi che sarebbero inevitabilmente sprigionati dalle fiamme in caso di incendio incontrollato.

Fin dagli anni ‘80 la legge obbliga il progettista a dotare il parcheggio di aperture naturali: esse non possono essere più distanti di 40 metri l’una dall’altra, così da garantire un adeguato ricambio d’aria. Le aperture di aerazione naturale devono coprire un’area non inferiore a 1/25 della superficie in pianta del compartimento e la ventilazione deve essere indipendente per ogni piano. Al ricircolo va integrato un sistema meccanico capace di implementare l’aerazione nel parcheggio sotterraneo; in assenza di esso, l’ambiente non risulterebbe arieggiato a sufficienza.
La ventilazione meccanica, anch’essa indipendente per ogni piano, deve garantire un numero di ricambi d’aria non inferiore a tre ogni ora ed essere attiva nei periodi di punta, quando viene messo in moto un numero di veicoli uguale o superiore a 1⁄3 della capienza totale.

Aerazione dei parcheggi interrati: un modo per evitare incendi

All’interno di un parcheggio multipiano interrato gremito di veicoli, l’eventualità di un incendio può rivelarsi catastrofica. Il rischio non è mai 0 e va considerata l’eventualità che possa accadere in ogni autorimessa, termine con cui la normativa definisce garage e parcheggi sotterranei più ampi di 300 metri quadri. La valutazione esplicita la classe di resistenza al fuoco della struttura, il tipo di compartimentazione e il modo corretto di gestire l’esodo.
La strategia antincendio di ogni stallo si basa su questa valutazione e sulla presenza di impianti tecnologici dedicati, nonché di rilevazione e allarme. L’aerazione nei parcheggi interrati è parte integrante di questo scenario. Liberare gli spazi dal fumo rapidamente è fondamentale: le statistiche confermano come la maggior parte dei decessi che avviene durante un incendio sia dovuta a soffocamento. Il legislatore ha dato priorità a questo aspetto.

Normativa italiana antincendio per l’aerazione dei parcheggi interrati

A partire dal novembre 2020 è entrata in vigore la nuova regola tecnica verticale (RTV) che sancisce come vada stilata un’efficace strategia antincendio e definisce le autorimesse in relazione a:

  • occupanti;
  • superficie lorda;
  • quota dei piani.

Eccezion fatta per le autorimesse già esistenti e messe in regola secondo gli adempimenti del decreto del Presidente della Repubblica 151/2011, la norma risalente al 1986 e il suo penultimo aggiornamento del 2002 non si applicano più da ormai due anni.
L’aerazione dei parcheggi sotterranei è ora regolata, per ogni nuova realizzazione, dalla RTV. La norma applica principi di ingegneria della sicurezza antincendio impiegando scenari, ovvero modelli di crisi sulla base dei quali viene strutturata la risposta da dare in caso di fiamme libere e fumo, con annesso rischio soffocamento.
La nuova RTV è oggi l’unico riferimento normativo italiano in materia di prevenzione antincendio e ventilazione nei parcheggi interrati. Dal 1986 a oggi si sono susseguiti aggiornamenti, circolari, ordini e contrordini: la nuova regola ha aggregato tutto in un unico corpo.
La legge si applica anche alle aree di sosta fuori terra di tipo chiuso. Qualora esse abbiano una dimensione tale da contenere almeno 250 vetture, è obbligatoria l’installazione di impianti di ventilazione meccanica, proprio come avviene per gli stalli sotterranei.

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