Progettista di fronte a un tipo di parcheggio automatico

Come si progetta un parcheggio automatizzato

Un parcheggio automatizzato è uno stallo destinato alla sosta di una o più auto, disposto su tre possibili livelli: fuori terra, interrato oppure in soluzione mista. L’automazione si deve a un dispositivo informatico di controllo, che amministra e gestisce il parco veicoli, trasferendo ogni mezzo sull’area di sosta predisposta.

L’operazione avviene in completa autonomia. Il mezzo di trasporto viene lasciato in un locale di ricevimento e da qui lo si trasferisce, impiegando piattaforme comandate dal sistema di controllo, sullo stallo. Per ragioni di sicurezza, il guidatore non accede mai fisicamente alla zona di sosta, né lo fa alcun operatore. Il deposito e il ritiro delle auto avvengono in maniera automatica.

A livello di terminologia, è importante fare un distinguo:

  • Un parcheggio automatizzato, o automatico, è totalmente gestito da un sistema informatico e può agilmente accogliere oltre 100 automobili, qualora lo spazio lo consenta;
  • Un parcheggio meccanizzato, o meccanico, è tipicamente più contenuto e necessita di un supervisore umano.

Attenzione a non confondere le due tipologie: si tratta di concetti simili, non di sinonimi. Così come vi è una differenza tra parcheggi meccanizzati e a rampa, se ne ha una anche tra meccanici e automatici.

Progettare un parcheggio automatizzato: i vantaggi di questa scelta

Perché progettare un parcheggio automatizzato? Ci sono vantaggi nel farlo? Sì, e sono numerosi se paragoniamo uno stallo dotato di questa tecnologia a uno che non offra le stesse possibilità:

  • maggiore comodità, perché non servirà più cimentarsi in manovre pericolose;
  • sicurezza per le automobili e i loro conducenti, dal momento che la vettura sarà spostata su piattaforme traslanti per auto, senza necessità di coinvolgimento umano;
  • estrema semplicità di utilizzo;
  • risparmio di tempo, dovuto al fatto che il posto non andrà più ricercato a lungo, come non è raro che avvenga in città, specialmente in determinate zone e orari;
  • risparmio di carburante, garantito dagli spostamenti effettuati a motore spento sulla piattaforma traslante;
  • rispetto ambientale. Un parcheggio automatizzato non produce alcun tipo di inquinamento, acustico o ambientale, una volta che la vettura è stata depositata.

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La normativa che regola i progetti in Italia

La fluidità della circolazione negli agglomerati urbani è fortemente influenzata dalle condizioni di sosta. Un veicolo trascorre circa l’80% della sua vita utile fermo ma questo dato non colpisce particolarmente gli italiani: nel nostro Paese, infatti, si continua a preferire il mezzo proprio rispetto a quelli messi a disposizione dai servizi di trasporto pubblico. Ciò crea spesso difficoltà nella ricerca di un parcheggio, ma fortunatamente, oltre alle aree di sosta all’aperto, vengono sempre di più progettate anche zone coperte, a sviluppo orizzontale o verticale dove gli stalli si contraddistinguono in terminali, scambiatori o a rotazione.

La normativa di riferimento in Italia per questi progetti è la cosiddetta legge Ponte, la 765 del 1967. Essa stabilisce tutti i termini di localizzazione, spazi, sicurezza e destinazione d’uso; specifica quali materiali impiegare nella realizzazione dei pavimenti per parcheggi e in quale modo allestire le aree di stallo. È il testo cardine per la classificazione delle aree adibite a sosta e descrive come installare impianti di aerazione nei parcheggi interrati. La legge del ‘67 e i suoi successivi aggiornamenti rappresentano la regolamentazione italiana per i parcheggi, da quelli a rampa ai sistemi automatizzati.

Cosa prevedere in un progetto di questo tipo

Per quanto riguarda i parcheggi automatizzati, la progettazione parte dall’acquisizione di dati: quanti stalli occorrono? Sono compatibili con le dimensioni che abbiamo a disposizione? Il luogo è facilmente accessibile? La sua geografia consente il rispetto delle normative? L’opera edile è di bassa complessità e un’area di sosta di questo tipo non richiede volumi capienti, superfici ampie, vie di comunicazione, rampe e corsie di manovra.

Nel caso di rimesse private, è possibile creare spazio per l’installazione di un sistema automatico sottoterra, senza particolari difficoltà. Creare un’area di sosta meccanizzata sicura, agile e ottimizzata è meno agevole nel caso di strutture multipiano, perciò si fa ampio uso di render ed elaborazioni virtuali, in fase progettuale.

Oltre al comparto architettonico, bisogna dedicare tempo e risorse anche all’ambito della sicurezza. Nel progetto di un parcheggio automatizzato multilivello vanno collocate telecamere per proteggere veicoli e persone; sensori antincendio per evitare danni, anche gravi, alla salute degli automobilisti e segnaletica per regolamentare la circolazione.
Va da sé che, aggiungendo queste misure all’installazione dei sistemi meccanici, il costo di un parcheggio automatizzato si alza e sarà superiore a quello di uno a rampa. Se il progetto di una simile area prevede esborsi elevati, è conveniente realizzarla?
La risposta è sì, tanto in ambiti privati quanto (e soprattutto) all’interno di un piano regolatore cittadino. Sarebbe sbagliato pensare che essi possano risolvere il problema delle troppe automobili nelle nostre città, eppure la progettazione e la realizzazione di parcheggi interrati automatizzati comportano numerosi vantaggi sociali e ambientali che faremmo bene a sfruttare, dal momento che i nuclei urbani sono sempre più popolati e, di conseguenza, caotici.

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